È un pomeriggio di inizio dicembre a Stoccolma, Svezia, e mi trovo in un elegante ufficio a mangiare falafel con un piccolo gruppo di giornalisti e creatori di contenuti VR. È il mio terzo giorno nel quartiere di Norrmalm, circondato da uffici, a pochi passi dalla pittoresca Città Vecchia. Qui, circa 200 sviluppatori di giochi provenienti da tutto il mondo si recano ogni mattina per lavorare nel labirintico studio di tre piani di Resolution Games. È sorprendentemente facile perdersi in mezzo al caos e all’entusiasmo che circonda i vari progetti di realtà virtuale di Resolution, ma l’atmosfera è così accogliente che non sorprende scoprire che lo studio ha due stanze designate come “stanze per i pisolini” in conformità con la legge svedese.
Purtroppo per me, non ho molto tempo per fare pisolini, dato il forte jetlag che si prova viaggiando da Portland, Oregon, fino alla innevata Svezia. Ma va bene così, perché sono elettrizzato dall’attesa di una cosa: un’arena shooter in realtà mista chiamata Spatial Ops, che io e altri 10 fortunati avremmo finalmente testato di lì a poco. Il gioco VR, che esce oggi, potrebbe essere il prossimo grande successo della tecnologia, mostrando il vero potenziale del gameplay in realtà mista.
Resolution Games e il loro mondo VR
Se non conosci Resolution Games, lo studio è famoso per creare giochi VR molto originali e un po’ eccentrici come Demeo e Blaston. Demeo è probabilmente la ricreazione più fedele di Dungeons & Dragons in VR, simulando tutto, dall’esperienza del tavolo da gioco (permettendo di condividere uno spazio simulato con fino a quattro giocatori su diverse piattaforme) alle miniature sul tabellone, che puoi prendere e posizionare a mano, dando loro un aspetto realistico. Blaston, invece, è uno sparatutto fisicamente attivo dove ti scontri con un altro giocatore in un duello, ma la particolarità è che ogni arma spara molto lentamente e devi superare in astuzia il tuo avversario bloccando la sua capacità di evitare i tuoi proiettili mentre lui cerca di fare lo stesso con te.
Il gameplay di Spatial Ops
Spatial Ops è praticamente una versione laser tag in VR, sovrapponendo un mondo virtuale parziale a quello reale. Le due ore che vi ho trascorso mi hanno lasciato impressionato e rinnovato nel mio entusiasmo per il gaming competitivo in realtà mista, anche se non completamente stupefatto come speravo. Alla base, Spatial Ops è un’arena shooter come Halo o Call of Duty, ma si gioca con il visore Quest 2 o Quest Pro usando i controlli di movimento invece di controllare a distanza un avatar dietro uno schermo con un controller tradizionale. Le modalità iniziali includono Team Deathmatch, Dominazione e Tutti contro tutti, anche se ho provato anche una modalità Capture the Flag che funzionava sorprendentemente bene ma che non sembra ancora in arrivo.
Molti giochi VR, specialmente gli sparatutto d’azione come Half-Life: Alyx, sono costruiti intorno al presupposto di farti sentire un eroe d’azione. Fanno un buon lavoro nel darti interazioni fisiche coinvolgendo testa e mani, ma c’è un limite a ciò che puoi fare. Il problema con il presupposto dell'”eroe d’azione” in VR è quanto sia difficile trasmettere quella sensazione di coinvolgimento totale del corpo quando sei limitato a correre nel mondo del gioco tenendo premuto un joystick.
Un’esperienza fisica totale
A suo favore, Spatial Ops richiede letteralmente di usare tutto il corpo per essere efficace. È molto più intenso di una normale sessione di Halo, ma sembra anche molto simile a mimare Die Hard con i tuoi amici da adolescente, e quelle endorfine positive – di solito associate a uno sport di squadra – sono ciò che lo fa davvero risaltare.
Il funzionamento di Spatial Ops è così: gli asset di gioco simulano la geometria fisica sotto forma di barriere, scatole e punti di spawn nel mondo reale, mescolando il gameplay VR con il movimento reale. Ogni squadra ha zone di respawn opposte dove correre ogni volta che si muore, ma man mano che ci si avvicina al lato della squadra nemica, si scopre che la mappa è punteggiata da spawner di armi che distribuiscono pistole e granate, ognuna delle quali è molto soddisfacente da usare. Si tengono le varie armi di Spatial Ops nelle mani virtuali, ma poiché tutto è sovrapposto al mondo reale, sembra quasi di tenere un’arma da cartone animato nelle mani fisiche.
Conclusioni
Spatial Ops è un gioco che richiede coordinazione e strategia, dove ogni arma e movimento contano. I fucili a pompa, le pistole e le granate sono tutti ben bilanciati e tracciati con precisione, permettendo un’esperienza di gioco coinvolgente e realistica. Anche se non è pratico per tutti i proprietari di Quest 2, chi ha lo spazio per giocare troverà in Spatial Ops un titolo d’azione di punta che spinge avanti i confini del gaming in realtà mista. Spatial Ops è ora disponibile su Meta Quest 2 e Meta Quest Pro.