Mamoru Oshii, il regista di Patlabor il Film, ha definito il suo lavoro del 1989 come intrattenimento pop. Tuttavia, chiunque conosca Oshii, noto per Ghost in the Shell, sa che questa è una sottovalutazione di un film estremamente complesso e riflessivo. Forse Oshii si riferiva al fatto che Patlabor il Film riesce a soddisfare molte aspettative contemporaneamente.
Una commedia drammatica unica
Il film è una commedia drammatica che presenta uno dei gruppi di personaggi più amabili mai creati nell’animazione – non studenti adolescenti, ma un’eccentrica squadra di polizia che, nel tempo libero, si dedica all’allevamento di polli e alla coltivazione del cibo. Patlabor il Film è anche un mistero intricato, al limite del postmodernismo, la cui conclusione offre un commento sarcastico sulla condizione del Giappone del dopoguerra. Le referenze del film non sono esclusivamente giapponesi; ad esempio, il suo climax rende omaggio a un classico di Alfred Hitchcock, con un mix di umorismo e oscurità.
Un mecha anime fuori dall’ordinario
A differenza di altri mecha anime, Patlabor spinge il concetto di “robot reali” a un nuovo livello, ambientando i giganteschi robot e i loro operatori in un Tokyo che, sebbene nel film sia del 1999, appare come una versione attualizzata del presente. Nel mondo di Patlabor, i robot “Labor” vengono impiegati in vari settori, in particolare nei grandi progetti di costruzione, e anche dalla polizia, anche se in modo limitato fino alle fasi finali del film. Fino a quel punto, i personaggi agiscono da investigatori tradizionali, setacciando dati, battendo le strade e scontrandosi con i superiori per domande scomode.
I protagonisti di SV2
Il film si concentra su due giovani membri dell’unità “SV2” della polizia di Tokyo. Uno di loro è Shinohara, un ufficiale altamente motivato e figlio del fondatore di un’importante azienda di robotica. L’altro è Noa, una pilota di Labor con un’affinità quasi affettiva per il suo robot, Alphonse. A guidarli c’è Goto, il loro capitano apparentemente tranquillo, ma con un’intelligenza acuta, che riesce a manipolare gli eventi a proprio favore. Al suo fianco c’è l’investigatore Matsui, spesso distaccato dal gruppo principale, ma il loro rispetto reciproco è evidente.
Personaggi secondari e dinamiche
Nel film ci sono anche personaggi comici, come Ota, un appassionato di armi, e Yamazaki, un gigante gentile che si occupa dell’alimentazione del gruppo. Altri due personaggi, Shiba e Clancy, si uniscono più tardi, con Clancy che fa un ingresso fulmineo e risponde in modo enigmatico a una domanda sull’arrivo in Giappone.
Un franchise che nasce da una collaborazione
Patlabor il Film è il risultato di un lavoro di squadra, creato da un collettivo noto come “Headgear”, composto da diverse figure di spicco, tra cui il regista Oshii e lo sceneggiatore Kazunoi Ito. Quando il film uscì nel luglio del 1989, il franchise era ancora in fase di sviluppo, con la serie TV Patlabor che sarebbe iniziata solo qualche mese dopo.
Un’avventura attraverso Tokyo
Il film offre una narrazione che si muove tra vari generi, con i personaggi impegnati a scoprire un piano diabolico orchestrato dal loro antagonista, che, sorprendentemente, è già morto all’inizio della storia. La sua morte segna l’inizio di un caos tra i robot, alimentato da un virus informatico che minaccia di far impazzire i Labor.
Riflessioni sull’eredità culturale
Il tema centrale del film riguarda le infrastrutture del Giappone post-bellico, spesso paragonate a opere come Chinatown di Roman Polanski. Patlabor esplora il progetto di recupero della terra, un argomento di grande attualità nel Giappone degli anni ’80. Le scene di Tokyo in fase di demolizione rivelano l’interesse di Oshii per gli spazi abbandonati e la bellezza malinconica dei luoghi dimenticati.
Una satira dell’architettura moderna
Uno degli aspetti più intriganti del film è come Hoba, l’antagonista, riesca a trasformare il paesaggio urbano di Tokyo in un’arma apocalittica, criticando l’architettura moderna. La pellicola lascia spesso intendere che Oshii possa avere una certa simpatia per il “cattivo”, suggerendo che ci siano questioni più profonde da esplorare.
Riflessioni finali
Alla fine, Patlabor il Film invita lo spettatore a riflettere su cosa significhi dimenticare la propria storia e il valore del patrimonio culturale. Tra colpi di scena e un approccio visivo unico, il film di Oshii si presenta come un’opera d’arte che va oltre il semplice intrattenimento, lasciando una forte impressione su chi lo guarda.