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Cowboy bebop: il film, un’avventura spaziale intensa

Mars: 2071. Spike Spiegel è un cacciatore di taglie, un “cowboy” che collabora con Jet, un ex poliziotto cyborg, Faye, una giocatrice d’azzardo, e Edward, una giovane hacker. Faye è sulle tracce di un criminale informatico di nome Lee quando un’esplosione su un’autostrada scatena un virus sconosciuto che attacca il cervello. Con una ricompensa senza precedenti sui colpevoli, il team inizia indagini separate.

Realizzato come storia secondaria dell’omonima serie anime, Cowboy bebop: il film è accessibile anche a chi non conosce il materiale originale. Sebbene sia ambientato in un futuro pieno di tecnologia sci-fi, si presenta fondamentalmente come un thriller poliziesco in forma di anime. Il mistero è arricchito da combattimenti intensi e da una spruzzata di angoscia esistenziale. Al centro della scena c’è Spike, un cacciatore di taglie il cui comportamento sonnolento e andatura allungata si trasforma in velocità fulminea e ferocia durante le scene di combattimento.

Per chi ha familiarità con la serie TV Cowboy bebop, il film è stato realizzato tre anni dopo la conclusione della serie. Tuttavia, non è affatto un sequel dell’ultimo episodio televisivo; piuttosto, è un midquel che racconta un’avventura inedita del team Bebop, collocandosi ufficialmente tra gli episodi 22 e 23 della serie. Se si è vista prima la serie, si avverte un leggero richiamo a Pulp Fiction, con i personaggi che collaborano come i famosi Jules e Vincent di Tarantino, pur sapendo che questa armonia non durerà.

Ambientato in un universo che trae ispirazione dai film blaxploitation degli anni ’70 e dalle pellicole di Bruce Lee, Cowboy bebop: il film – diretto da Shinichiro Watanabe, come la serie TV – si svolge in un sistema solare futuro attraversato da autostrade teleportanti. L’estetica è progettata per richiamare i cliché della fantascienza, con razzi montati su camion di grandi dimensioni e culti religiosi in orbita per aggiungere un tocco sci-fi.

La città del film, chiamata Alba o Alva, si trova apparentemente su Marte, anche se gran parte delle azioni potrebbe benissimo essere ambientata nella Terra attuale. Questo riflette l’essenza della serie TV; Watanabe utilizzerà in seguito un dispositivo simile nella sua serie del 2019, Carole & Tuesday, anch’essa ambientata in una città su Marte. La metropoli del film Bebop è transnazionale, con uno skyline in stile Manhattan che presenta le celebri Twin Towers, una battaglia su una copia della Tokyo Tower e un vivace quartiere marocchino ricco di esotismo africano, caratterizzato da ombre e luci gialle.

L’ambientazione è rappresentata con un iperrealismo lucido che, unito a un’animazione non caricaturale (solo la giovane Edward si avvicina a una caricatura), fa sorgere la domanda sul perché il film non sia stato realizzato in live-action. La risposta sembra risiedere nel desiderio di esaltare il melodramma della storia, e, ovviamente, la recente adattamento live-action di Cowboy bebop su Netflix non ha ottenuto un buon riscontro.

I combattimenti principali sono ben strutturati, trasmettendo una forte sensazione di confronto drammatico. La battaglia sulla torre è illuminata da fuochi d’artificio e lanterne volanti, mentre un precedente scontro avviene su un treno elevato che attraversa la baia della città. Questo sembra un omaggio a un capolavoro del cinema d’azione degli anni ’70, Il braccio violento della legge, con la sua famosa scena a bordo di un treno elevato. Inoltre, si suggerisce un legame tra la forma animata del film Bebop e i suoi contenuti tematici. Un cattivo minore, introdotto mentre gioca a un videogioco degli anni ’80, è un nerd tecnologico che non riesce a distinguere la vita dalla virtualità.

Successivamente scopriamo che il principale avversario, il solipsista Vincent, crede che l’esistenza sia un sogno dopo aver subito un trauma mentale. Chi ha visto la serie sa che Spike condivide una visione simile del mondo, rendendo i personaggi spiritualmente speculari. Le vittime di un misterioso virus vedono farfalle luminescenti che si accumulano intorno all’epico scontro finale. Queste farfalle sono sia un’analogia ai colombi che contrastano la violenza nei film di John Woo, sia un riferimento all’aforisma del filosofo Zhuangzi riguardo a un uomo e una farfalla, entrambi incerti su chi stia sognando l’altro.

Le sorti di Cowboy bebop come film sembrano essere state segnate da una sorta di maledizione. Quando finalmente uscì, dopo un lungo periodo di produzione, fu programmato per arrivare nei cinema americani nel bel mezzo del panico post 11 settembre. La sua attenzione alle motivazioni di un terrorista portò i distributori a tirarsi indietro e il film venne relegato in un limbo cinematografico, insieme a Metropolis di Rintaro, che mostrava un’immagine disturbante di un grande edificio che crollava in polvere.

Cowboy bebop: il film affronta il suo scenario terroristico in modo diretto, riducendo la maggior parte della comicità presente nella serie TV. Si può confrontare con l’episodio “Cowboy Funk”, in cui un bombarolo fa esplodere edifici travestito da orsacchiotto!

Anche quando il film fu proiettato per la prima volta nel Regno Unito, con una corsa di 15 settimane al prestigioso cinema ICA di Pall Mall nel 2003, i suoi personaggi malati e afflitti evocavano sgradevoli ricordi di SARS, un altro tipo di terrore che minacciava l’Estremo Oriente. Forse solo ora ha l’opportunità di brillare di luce propria.

Cowboy bebop è in programmazione al festival Scotland Loves Anime di quest’anno.