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Anime: una risorsa imperdibile

Nel 2013, Jonathan Clements ha pubblicato Anime: A History, un’opera che si è rivelata un prezioso strumento per chi desidera approfondire la propria passione per l’anime. La nuova edizione, appena rilasciata, arricchisce ulteriormente questa complessa storia con sezioni aggiornate su argomenti attuali legati al medium.

Un approccio originale

A differenza di altri studi sull’argomento, Clements non inizia la sua narrazione da opere iconiche come Astro Boy di Osamu Tezuka, ma esplora le radici dell’animazione giapponese partendo da spettacoli di lanterna magica e pubblicità animate. Questo approccio consente di scoprire i precursori dell’anime in modo coinvolgente. Inoltre, l’autore non si limita a fonti occidentali, ma attinge anche a testi in giapponese, facilitando così la comprensione per studiosi e appassionati che non conoscono la lingua.

Un viaggio cronologico

Il libro segue un percorso cronologico che parte dalle origini dell’animazione giapponese per arrivare a momenti significativi della sua evoluzione, come la fondazione dello studio Toei Doga e il fenomeno Pokémon. Nonostante questa struttura, Clements riesce a tessere un filo conduttore che collega le varie epoche in modi inaspettati. La sua scrittura evita il rischio di cadere nel fanatismo, presentando un apprezzamento sincero per tutte le forme di animazione giapponese, mantenendo però la promessa del titolo senza lasciarsi influenzare da giudizi di valore o nostalgia. La sua passione per l’anime e per i suoi creatori si riflette anche in una toccante discussione sulla tragedia di Kyoto Animation del 2019.

Le novità della nuova edizione

I contributi più significativi di questa edizione sono tre nuovi capitoli che approfondiscono il consumo, la produzione e la distribuzione dell’anime in Cina, la risposta dell’industria al mercato ‘otaku’ e le attuali modalità di distribuzione. Queste sezioni non solo offrono nuove intuizioni basate su ricerche recenti, ma colmano anche alcune lacune esistenti, chiarendo il ruolo fondamentale del mercato dei fan nel ciclo di produzione e ricezione dell’anime. Come i capitoli precedenti, queste nuove parti possono essere lette in modo autonomo, ma risultano ulteriormente arricchite dal contesto cronologico del libro. Ad esempio, il capitolo tre su Tadahito Mochinaga diventa un riferimento utile per il capitolo undici, dove l’animatore avverte i cinesi riguardo ai pericoli dell’animazione commerciale.

Aspetti estetici e significato

Un altro importante aggiornamento riguarda l’estetica: la seconda edizione presenta immagini a colori di alta qualità che ravvivano i testi e i temi trattati. Anche se non sono indispensabili, queste immagini conferiscono al libro un valore aggiunto.

Clements chiarisce nella sua introduzione che questa non è un’opera che si concentra sugli aspetti estetici, i temi o le narrazioni di anime popolari o di nicchia. Se si cerca un’analisi critica sotto questo punto di vista, sarebbe meglio consultare lavori come Anime: A Critical Introduction di Rayna Denison. Tuttavia, Anime: A History offre una comprensione del medium nel contesto industriale, economico e politico: le aziende che lo producono, il pubblico che lo acquista e i vari enti che cercano di controllarlo e trarne profitto.

Un testo indispensabile

Anime: A History è una lettura fondamentale per chi desidera approfondire il motivo per cui l’anime è ciò che è, sia dal punto di vista storico che commerciale. Questa nuova edizione non si limita a rinnovare i contenuti, ma apre a nuove aree di studio. Che si tratti di un accademico che scrive una ricerca o di un appassionato curioso di distinguere Studio Chizu da Studio Ponoc, questo libro offre una miniera di conoscenze sull’industria dell’anime che difficilmente si trovano altrove nella letteratura occidentale.