L’animazione giapponese ha attinto ispirazione da molte culture occidentali nel corso della sua storia, dai colori vivaci di Astro Boy influenzati dalla Disney ai meravigliosi scenari europei di film come Il castello errante di Howl. Tra le produzioni più significative in questo contesto spicca la serie World Masterpiece Theater, che si basa su adattamenti di libri per bambini occidentali. Un nuovo libro della studiosa di anime Maria Chiara Oltolini, intitolato Rediscovered Classics of Japanese Animation: The Adaptation of Children’s Novels into the World Masterpiece Theater Series, riporta l’attenzione su questa serie spesso dimenticata, esplorando le sue origini e il suo sviluppo.
Un’influenza duratura
Accanto a titoli iconici come Astro Boy, Gundam e Dragon Ball, pochi altri anime hanno avuto un impatto così significativo sul percorso del medium come la World Masterpiece Theater. Ogni anno veniva prodotta una serie autonoma, basata su un’opera della letteratura per bambini occidentale, realizzata da alcune delle figure più importanti della storia dell’animazione giapponese, tra cui i fondatori dello Studio Ghibli, Hayao Miyazaki e Isao Takahata, i cui lavori sono stati chiaramente influenzati da questa serie nel corso degli anni.
Tuttavia, a causa della disponibilità di streaming limitata e di una generale mancanza di attenzione accademica, la serie ha ricevuto poca considerazione nel corso degli anni — fino ad ora. Con il libro di Oltolini, abbiamo finalmente accesso a una ricchezza di informazioni su questa serie, dalle sue origini con Zuiyo sotto il nome di Calpis Comic Theater, fino a diventare un fenomeno nazionale che ha dato vita a 26 adattamenti di classici della letteratura per bambini.
Struttura e contenuti del libro
Rediscovered Classics è organizzato in modo da fornire un ampio contesto prima di addentrarsi nella serie vera e propria. I primi tre capitoli, che costituiscono quasi la metà del libro, delineano la presenza della letteratura per l’infanzia occidentale in Giappone, il legame duraturo tra l’animazione giapponese e questa letteratura, e le origini industriali della World Masterpiece Theater, con alcune discussioni su serie precedenti come Moomin e Fables of the Green Forest.
Solo a partire dal quarto capitolo, intitolato “Framing the Meisaku Series”, possiamo esaminare alcune produzioni individuali della serie, con un livello di approfondimento che emerge solo nei capitoli cinque e sei, dedicati agli adattamenti di Anna dai capelli rossi e Una piccola principessa. Le conclusioni sono piuttosto brevi, il che significa che la maggior parte del libro si colloca all’interno della ricerca accademica sugli anime, da una prospettiva storica o di studi di traduzione.
Un’analisi approfondita
Un altro aspetto prezioso di questo libro è la volontà di Oltolini di scavare negli archivi e cercare fonti in lingua giapponese che probabilmente saranno sconosciute alla maggior parte dei lettori. Attraverso interviste con registi e articoli pubblicati originariamente in giapponese, Oltolini offre sia il testo originale sia le proprie traduzioni, mostrando un lato dello sviluppo e della ricezione della serie che è più difficile da raggiungere per gli appassionati di anime che non parlano fluentemente la lingua.
Sebbene questo libro sia una risorsa valida, ci sono alcuni punti da considerare per i lettori interessati. Innanzitutto, non si tratta di una guida enciclopedica su ogni singolo titolo della World Masterpiece Theater. Lo studio si concentra principalmente sulla serie precedente al 2000, senza menzionare la breve ripresa dal 2007 al 2009, e si sofferma maggiormente sulle storie industriali di traduzione e produzione piuttosto che sui testi stessi. Sebbene ogni titolo della serie originale WMT riceva una breve panoramica nel quarto capitolo, solo due serie — Anna dai capelli rossi e Una piccola principessa — ricevono un’analisi testuale più approfondita. Questo potrebbe deludere i lettori che cercano un approccio puramente estetico alla serie.
Nonostante una struttura un po’ atipica e alcuni errori grammaticali che avrebbero dovuto essere corretti in fase di editing, Rediscovered Classics si rivela uno studio utile che offre molte informazioni sulla creazione di alcune delle serie anime più importanti di sempre. Una vera miniera di informazioni sulla traduzione e sui fattori industriali dietro l’adattamento, questo libro è una risorsa ben documentata e preziosa per la letteratura esistente sulla storia degli anime.