Anime

Akira Toriyama: l’icona del manga e il suo impatto duraturo

Akira Toriyama, il celebre creatore di manga scomparso il 1° marzo, è stato descritto dal direttore di Weekly Shonen Jump come il principale artefice del successo della rivista, che raggiunse una tiratura di sei milioni di copie negli anni ’80. Le sue opere, caratterizzate da un umorismo brillante come in Doctor Slump (1980-84) e dall’epica saga sci-fi Dragon Ball (serie originale 1984-95), hanno segnato un’epoca nel manga per ragazzi del periodo Bubble, ottenendo un successo mondiale, in particolare in Europa e Sud America. Dragon Ball, in particolare, è diventato un riferimento iconico nella cultura pop internazionale, influenzando persino artisti come i rapper francesi Saïan Supa Crew e la band rock ungherese AWS, che hanno omaggiato la serie durante l’Eurovision Song Contest del 2018.

Una figura timida e riservata, Toriyama ha spesso confessato che la sua ansia durante le interviste lo portava a scherzare e a sminuire il proprio lavoro più di quanto non fosse opportuno. Fumatore accanito, ha rivelato di aver partecipato a un concorso di manga principalmente per guadagnare soldi per le sigarette. Dopo un breve periodo trascorso a realizzare manifesti in un’agenzia di design, ha affermato di essere approdato al mondo del manga per adattarsi meglio al suo stile di vita, caratterizzato da abbigliamento informale e sonnellini. Questa affermazione, però, non tiene conto della sua incredibile produttività in un contesto ad alta pressione, dove ha dovuto pubblicare capitoli settimanali senza sosta per quindici anni.

Da giovane, l’amante degli animali Toriyama è stato affascinato da opere come Astro Boy di Osamu Tezuka e i 101 Dalmatians della Disney, ma il suo vero idolo era Bruce Lee in Enter the Dragon. Questo classico del kung fu, uscito quando Toriyama era nell’adolescenza, lo portò a tornare al cinema tre volte al giorno per quasi due settimane. Dopo aver sposato la mangaka Nachi Mikami nel 1982, la moglie lo introdusse ai film di Jackie Chan. Toriyama, appassionato delle opere del maestro delle arti marziali, spesso lavorava ai suoi manga con le pellicole di Chan in sottofondo, lasciandosi ispirare dai suoni delle sue battaglie.

Spesso inventava la trama mentre procedeva, ispirandosi al titolo “Dragon” di Enter the Dragon e ai suoi imitatori, e creando una narrazione basata su una ricerca, influenzata dalle otto pietre magiche del classico giapponese The Hakkenden. Il protagonista, Son Goku, prende il nome dalla pronuncia giapponese di Sun Wukong, il Re Scimmia del romanzo cinese Viaggio in Occidente, e inizialmente pensava che la ricerca delle “dragon balls” sarebbe durata solo un anno. Invece, il progetto si è protratto per oltre un decennio, dando vita a un adattamento animato e a numerosi spin-off.

Nel frattempo, Toriyama ha anche intrapreso una carriera parallela come designer dei personaggi per la serie di giochi Dragon Quest, oltre a Chrono Trigger e Blue Dragon. Tuttavia, è stato Dragon Ball a consacrarlo, con il manga che spesso raggiungeva mercati esteri grazie all’anime, trasmesso in ottanta paesi. La sua influenza nel mondo del manga ha portato a un cambiamento significativo nella stampa, passando dal formato da sinistra a destra a quello originale, come richiesto dallo stesso Toriyama quando il suo lavoro è stato pubblicato in Spagna.

La sua frenetica routine di lavoro e il numero ridotto di assistenti lo hanno spinto a trovare metodi per semplificare il processo produttivo del manga. Prediligeva avvicinarsi ai personaggi per ridurre i fondali necessari, e nei colpi lunghi cercava di portare i combattenti in ambienti aperti, dove c’erano meno elementi da gestire. Dopo che uno dei suoi assistenti, Takashi Matsuyama, si era lamentato del tempo eccessivo impiegato per inchiostrare i capelli a punta di Son Goku, Toriyama ha ideato la trasformazione “Super Saiyan” che rendeva il protagonista biondo.

Queste astuzie dietro le quinte hanno contribuito al suo stile distintivo. Figlio di un meccanico, ha preferito concentrarsi su macchine strane e meravigliose, e il suo desiderio di differenziare i volti e le espressioni lo ha portato a creare numerosi personaggi animali antropomorfi.

Ricevette il suo primo computer Macintosh dalla compagnia di animazione Bandai e abbracciò rapidamente le potenzialità dei media digitali. “La gente dice spesso che disegnare su un computer è privo di gusto”, ha scherzato, “ma non è che stia creando un’opera d’arte!” Nei suoi primi lavori in analogico, evitava di usare toni di schermo, considerandoli complicati da applicare; come artista digitale, invece, li adottò con entusiasmo.

La serie Dragon Ball e i suoi numerosi spin-off non solo hanno fruttato a Toriyama una fortuna, ma hanno anche stabilito nuovi parametri di successo nel mondo del manga per ragazzi. Le ombre di Dragon Ball si possono intravedere in tutti i moderni successi, da Naruto a One Piece, da Bleach a Fairy Tail. La sua influenza è presente ovunque nella cultura pop, nelle celebrazioni sportive, nelle performance dei lottatori, nei movimenti delle arti marziali, nei balli hip-hop, nei gif e nei meme… e, naturalmente, nell’entry ungherese dell’Eurovision del 2018.